La ONE4 Business School

ONE4 Business School

Fra qualche mese saranno trascorsi esattamente due secoli dalla nascita della prima “business school” della storia: l’École Supérieure de Commerce di Parigi. Fu inaugurata il 1° dicembre 1819 all’Hotel des Fermes, lo stesso stabile dove all’epoca avevano sede anche i quartier generali della dogana e dell’agenzia delle entrate. All’epoca erano passati giusto trent’anni dallo scoppio della Rivoluzione Francese ma già si respirava aria di restaurazione: Napoleone era in esilio a Sant’Elena e la dinastia dei Borboni era tornata sul trono. Muoveva però i primi timidi passi un altro tipo di rivoluzione che avrebbe avuto effetti ben più duraturi sulle attività umane: quella industriale.

Oggi stiamo facendo conoscenza con “Industry 4.0”, la quarta generazione della rivoluzione industriale. Per l’ennesima volta il mondo del lavoro è attraversato da radicali cambiamenti, ma di immutabile c’è che nelle dinamiche aziendali i protagonisti restano le persone e che la prosperità dipende dalle loro capacità di costruire, gestire, relazionarsi e cooperare. Ed è su questi aspetti che si concentra la ONE4 Business School.

In sintesi, la ONE4 Business School si fonda su giornate di studio mensili, nelle quali i partecipanti seguono un percorso personalizzato e concordato. Vengono poi integrate da sessioni di coaching e seminari. I moduli formativi attualmente sono una quindicina ed il materiale didattico è costituto da oltre venti manuali. Si procede “step by step”, con frequenti verifiche anche attraverso esercitazioni per consolidare nozioni, tecniche e metodi via via appresi. In quest’ambito, una funzione fondamentale la rivestono i tutor.

Se la business school è la palestra – dice in proposito Donatella Pasquale, credit manager di ONE4, alla luce di un’esperienza più che decennale –, noi tutor siamo gli allenatori. Il tutoring è una relazione one-to-one che funge da sostegno. Il tutor non suggerisce né consiglia, non ti dice cosa fare. È un facilitatore che accompagna lo studente nella ricerca della migliore soluzione, assicurandosi che sia applicabile e valida nella realtà in cui è calato.

La ONE4 Business School si differenzia da un master o da un corso che segue “il metodo di studio tradizionale” per il suo approccio pratico, perché quello che si impara può subito essere messo in pratica, perché tra il dire e il fare… c’è di mezzo la ONE4 Business School. Questo è uno degli obiettivi principali dei tutor, come ci conferma Donatella Pasquale:

Il Tutor è la risposta alla domanda: dopo che ho fatto un corso di formazione, come faccio ad applicare i dati? Qui entra in gioco il Tutor, qui è la sua responsabilità. Deve portarti a seguire un processo, deve guidare con azioni organizzate ad applicare la teoria ma soprattutto a superare gli eventuali ostacoli che lo studente può incontrare. Tutto ciò comporta inevitabilmente anche un coinvolgimento emotivo. Ogni successo dello studente che si tocca con mano, diventa in qualche misura anche un successo del tutor.

Le emozioni trapelano pure nelle riflessioni e nei proponimenti che gli studenti consegnano nei feedback rilasciati alla conclusione di ogni modulo formativo. Ecco un paio di stralci che, per comprensibili ragioni, manteniamo volutamente anonimi.

Onestamente quando mi hanno detto che avrei dovuto fare un corso sulla comunicazione – si legge nel primo che citiamo – ero molto scettica (ma perché non so comunicare?). Non mi ero mai soffermata a valutare se la mia comunicazione fosse efficace o meno. Questo corso mi ha fatto rendere conto che non è così semplice e scontato farsi capire, anzi… Ho compreso che devo imparare ad ascoltare, a fare attenzione a cosa l’altro mi trasmette, a scegliere il momento giusto, a non essere sempre impulsiva, a non essere aggressiva… So che non sarà facilissimo, ma ME LO DEVO!.

Vorrei essere più brava nella delega – qui chi scrive è la responsabile di un ufficio – perché sono certa che sia un ottimo “metodo” per stimolare e incentivare chi ti lavora a fianco. Sto già cercando di delegare mansioni sempre nuove e diverse ed il controllo che ne segue mi ha dato grandi soddisfazioni. Il dialogo con la mia diretta collaboratrice è migliorato e durante una giornata di formazione lei ha definito il nostro rapporto come “empatico”. Questo mi ha fatto molto emozionare perché suggella tutto l’impegno che ho profuso nel trasmettere la mia passione per questo lavoro.

Articolo uscito sulla decima edizione di Back Up, la summer edition 2019.

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