Di Maria Martina Zanini, Responsabile Area Assessment e formazione & Recruiter
Con l’aumento del machine learning e dell’intelligenza artificiale, le aziende di tutti i settori stanno diventando sempre più automatizzate. Che si tratti di un’acciaieria che inizia a monitorare le operazioni utilizzando l’intelligenza artificiale o di una banca al dettaglio che sposta una serie di operazioni sul suo nuovo sito web, l’imperativo di diventare un’organizzazione digitale è sempre presente.
In effetti, secondo una ricerca del McKinsey Global Institute, quasi la metà delle attuali attività lavorative ha il potenziale per essere automatizzata entro il 2055. Questo significa anche, tra le altre cose, un focus maggiore sulle cosiddette soft skill.
Le soft skill, ovvero quelle competenze non tecniche necessarie all’interno delle organizzazioni, sono sicuramente più difficili da replicare tramite l’automazione e sono al centro di questo cambiamento imminente. La ricerca del McKinsey Global Institute sottolinea l’importanza di svilupparle e gratificarle nell’immediato futuro.
Le aziende dovrebbero incoraggiare i dipendenti ad acquisire nuove competenze, sia hard che soft, ma è anche fondamentale che i dipendenti siano ricompensati nel mercato del lavoro per questi sforzi. Ciò solleva una domanda: i datori di lavoro premiano le competenze hard e soft allo stesso livello, o i dipendenti sono implicitamente spinti a imparare l’una o l’altra?
Il valore delle soft skill è sempre più in crescita: tra le 10 competenze richieste dal World Economic Forum, molte sono competenze traversali, tra cui creatività e intelligenza emotiva.
Tuttavia, se tali abilità non vengono premiate in proporzione al loro presunto valore, i migliori talenti non saranno incentivati a concentrarsi su di esse, scegliendo invece di investire il loro tempo nell’acquisizione delle hard skill, a discapito delle soft.
Portare l’intera gamma delle abilità umane sul posto di lavoro – empatia, capacità comunicative, leadership, compassione – richiede che queste abilità siano premiate in base al loro valore. Altrimenti, per quanto i leader proclamino il valore delle competenze trasversali, l’attenzione si concentrerà su ciò che viene effettivamente premiato. Andrà solo a vantaggio delle organizzazioni tracciare accuratamente e premiare efficacemente le competenze trasversali; altrimenti la carenza di soft skill rimarrà, e forse aumenterà, nei prossimi anni.