Di Ilaria Pradella, Performance coach e formatrice
Solo negli ultimi 10 anni c’è stato un incremento esponenziale di professionisti nel campo del Coaching, ma sappiamo davvero che cos’è?
Un percorso di innamoramento
Ho avuto il piacere di imbattermi in questa metodologia nel 2004, in quel momento stavo passando uno dei periodi più difficili della mia vita.
Mi sembrava di non avere più una via di uscita, sia la mia vita privata che quella lavorativa stavano andando a picco e il mio corpo aveva deciso di dirmelo fortemente. Ho scoperto allora quanto la mente e gli stati d’animo che vivevo fossero così collegati con il mio fisico, e come si ripercuotessero su tutto il mio sistema esistenziale.
Fu in quel periodo che ebbi la fortuna di imbattermi nel Coaching.
Non sapevo cosa fosse, ma già dopo la prima sessione sentivo che quella era la strada giusta per farmi uscire dalla situazione in cui mi trovavo.
E’ partita così la mia storia d’amore con questa metodologia, che ho voluto conoscere e imparare per prima cosa per un mio benessere personale, non avevo la minima intenzione di farne una professione.
Piano piano iniziai ad integrare in tutti gli aspetti della mia vita la metodologia che studiavo e ho iniziato a mettere a disposizione degli altri la mia conoscenza.
L’origine della parola
La parola ha origine dal termine francese coche, carrozza o cocchio (derivato a sua volta dall’ungherese Kocsis o dal ceco Koczi), nel XIX secolo si iniziò ad identificare il Coach come il miglior tutor universitario o il miglior allenatore sportivo che seguiva la squadra anche dal punto di vista emotivo e motivazionale, ma fu solo negli anni ’70 del secolo scorso che Timothy Gallwey, allenatore di tennis della squadra di Harvard, mise le basi per il Coaching di oggi.
Piano piano il coaching fu sdoganato dall’ambito sportivo e approdò nelle aziende, in ambito di benessere e di performance.
Per questo vi sono molte diciture come: Life Coach, Business Coach, Sport Coach, Performance Coach ecc.
È a tutti gli effetti un professionista che, attraverso un metodo, aiuta a migliorare attitudini, comportamenti, atteggiamenti e capacità, ad usare meglio il proprio potenziale, fungendo da catalizzatore del cambiamento della persona.
Cosa NON è il coaching
Uno degli errori più grandi che si possono fare è dire che il Coach è un motivatore.
È un affermazione non corretta: nessuno può motivare un’altra persona se prima non ci sono i presupposti che facciano in modo che la persona sia in grado di agire sotto la propria responsabilità.
Perciò anche se la parola ci indica una carrozza, di fatto chi la guida è il cliente.