Claudia Sbaragli, responsabile finanziario e Project Manager di ONE4 ci racconta la sua visione del controllo di gestione
Il controllo di gestione è la specializzazione di Claudia: da sempre lavora per offrire alle aziende la fotografia della loro situazione finanziaria e gli strumenti di analisi per accompagnarli in un processo di crescita e di corretta gestione dei loro flussi di cassa.
Claudia è una donna elegante, solare e professionale, che ama il proprio lavoro e lo svolge con l’entusiasmo di chi è sempre pronto a mettersi in gioco.
Le abbiamo chiesto di spiegarci, concretamente, cosa sia il controllo di gestione. Ecco cosa ci ha raccontato:
C’è chi l’ha paragonato a uno strumento diagnostico, chi al cruscotto di un’auto o chi alla scatola nera di un aereo. Di fatto il controllo di gestione ha attinenze con tutte e tre le cose, offre un quadro di informazioni per:
• valutare qual è lo stato di salute di un’ azienda,
• capire se il passo è quello giusto per raggiungere gli obiettivi prestabiliti,
• per scoprire cosa può aver provocato eventuali incidenti di percorso.Nella letteratura del management l’espressione controllo di gestione è entrata in tempi piuttosto recenti e nel ramo della contabilità solo a partire dagli anni ’90 con Robert Anthony, un professore di Harvard, che sul tema ha scritto la bellezza di 27 libri.
La grande utilità, se non l’indispensabilità, del controllo di gestione è ormai fuori discussione ma la classe dei piccoli e medi imprenditori stenta ancora a comprenderne la necessità.Perché?
Perché sono uomini di azione, abituati a combattere. Quindi poco inclini a pianificare, a raccogliere dati e ad analizzarli.
Insomma, il controllo di gestione, quando ne parli, è percepito unanimemente come qualcosa che si “dovrebbe fare” ma che all’atto pratico “non si fa”.
Prendiamola alla lontana.La tosse non è una malattia ma un sintomo. Trascurata può degenerare in bronchite. La bronchite può diventare cronica e a sua volta degenerare in polmonite. Che hai la tosse te ne accorgi, eccome. Ci sono malattie che nel loro stato latente non manifestano sintomi evidenti ma che con una radiografia o un’analisi del sangue sarebbero perfettamente riconoscibili. Prese in tempo, nei primi stadi della loro insorgenza, nella stragrande maggioranza dei casi si guarisce.
Ebbene il controllo di gestione è esattamente quella cosa che consente a un’azienda di “prendere in tempo” un problema. Certo, non è solo quello. Ma proprio il fatto di poter disporre costantemente, in tempo pressoché reale, di numeri e valori che in termini oggettivi, e non sulla base di sensazioni, ci dicono quale è il trend e ci preavvertono di eventuali rischi e pericoli, è la fondamentale regione per la quale il controllo di gestione andrebbe implementato all’interno di qualsiasi azienda.
L’obiezione più scontata è: ma non c’è il commercialista?
L’azienda non è del commercialista e per giunta lui, se lo fa, elabora “dati morti”, che ormai appartengono al passato. Il controllo di gestione si fa sui “dati vivi”, quelli del presente. Il passato è solo un termine di comparazione. Operare sui “dati vivi” significa poter attuare tempestivamente cambi di rotta o correttivi e non trovarsi, a frittata già fatta, a doversi dire: “Se l’avessi saputo prima…”.
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